I LIBRI WESTERN DI STEFANO JACURTI
INFERNO BIANCO IL WESTERN PRECEDENTE
il western precedente come film maker
il western premiato negli Usa al Indie Gathering international film festival Hudson- Ohio- Usa- miglior western straniero-
Se il mondo intorno crepa
Sergio Muniz e Stefano Jacurti durante la premiazione al libro Western Sex Rock and Horror 3° su 432 libri inviati al concorso "Unicorno" di Rovigo ideato da Angioletta Masiero
SE IL MONDO INTORNO CREPA
RECENSIONE DIRETTA NEWS
Francesco Lomuscio
“Ho scritto questa storia perché sono stato folgorato da un servizio del tg che parlava di ‘istituzioni assenti’ in un Paese dove le persone hanno perso la fiducia nello Stato e di ‘emarginati’ di varie tipologie, che lottano per conquistarsi un posto nella società. Ho trasferito queste tematiche tanto universali quanto sentite in un luogo a me molto congeniale come quello del wild west, dove emarginazione ed ingiustizia prima o poi trovano il loro riscatto anche nel posto più remoto”.
Già autore nel 2007 dell’innevato “Inferno bianco”, film indipendente western co-diretto da Emiliano Ferrera, Stefano Jacurti torna insieme allo stesso al genere caro a John Ford e Sergio Leone tramite il mediometraggio
“Se il mondo intorno crepa”, che, presentato presso il Nuovo Cinema Aquila di Roma, apre in un moderno ranch per poi trasportare indietro nel tempo per mezzo delle righe di un vecchio libro sfoderato dalla Antonella Salvucci vista, tra l’altro, ne “L’educazione sentimentale di Eugenie” di Aurelio Grimaldi e “Midway – Tra la vita e la morte” di John Real.
Quindi, efficacemente accompagnato da una colonna sonora countreggiante a firma di Klaus Veri e Fabrizio Sartini, lo troviamo nei panni del fuorilegge Black Burt, che, detto “il poeta” perché solito declamare versi di morte prima di uccidere, si da appuntamento con Butcher Joe alias Simone Pieroni, ovvero “il macellaio”, al fine di pianificare le loro prossime rapine in una ghost town sospesa tra le polveri del deserto e i fantasmi del passato.
Ed è il suo viaggio per il Messico a condurlo in una città piena di vita, abitata da ubriachi e prostitute come la non vedente Sheila, cui concede anima e corpo Emanuela Ponzano, denigrata e messa in un angolo; man mano che la condizione di donna si mescola al vuoto delle coscienze degli uomini e ai terribili ricordi di persone trucidate.
Del resto, mentre entra in scena anche il già citato Ferrera nel ruolo di Bill Carson, personaggio che richiama Clint Eastwood già solo a causa della somiglianza fisica, è un dramma dell’esistenza umana nelle sue molteplici sfaccettature quello messo in scena nei circa quaranta minuti di visione, girati tra l’Abruzzo e la Spagna e dedicati a Luigi Jacurti, compianto padre di Stefano.
Quaranta minuti decisamente movimentati e che, ovviamente infarciti di grilletti pronti a sparare e cadaveri sparsi, guardano sì al cinema degli autori di “Per un pugno di dollari” e “Ombre rosse”, ma con vaghe influenze anche dalla filmografia dei fratelli Coen (un po’ “Il Grinta”, un po’ “Il grande Lebowski”).
Quaranta minuti che, con la partecipazione della scuola di ballo country “Western spirit” e una certa ironia di fondo che lascia quasi intuire riferimenti al filone alla Trinità, individuano oltretutto nell’ottima fotografia
di Alberto Marchiori e nella notevole cura degli effetti sonori due degli ingredienti fondamentali che impreziosiscono la lodevole resa finale di un’operazione messa in piedi con tanta passione e pochi mezzi; in quanto, come spiega Ferrera: “Certo, qualche volta abbiamo dovuto lavorare in situazioni scomode e stressanti, come spesso accade nel cinema indipendente, ma abbiamo saputo reagire al meglio, con lo spirito giusto e la forza di chi crede che il western è destinato a non morire mai”.
Francesco Lomuscio
SE IL MONDO INTORNO CREPA
RECENSIONE SU YOU MOVIES
Dopo aver realizzato due prodotti western come il mediometraggio“Boot Hill” del 1998 e il
lungometraggio “Inferno bianco” del 2007, l’accoppiata Stefano Jacurti e Emiliano Ferrera torna con il loro genere preferito grazie ad un altro
mediometraggio (durata 40 minuti) come “Se il mondo intorno crepa”, ovvero altra dichiarazione d’amore del duo nei
riguardi del cinema tutto cowboy e lande desolate.
La trama si muove sulle gesta di Black Burt (Jacurti), denominato “il poeta” perché prima di uccidere declama versi di
morte, il cui passato al di la della legge è leggenda per gli abitanti del luogo.
La sua collaborazione col criminale Butcher Joe (Simone Pieroni) è sulla bocca di tutti e ben presto i due si daranno
appuntamento per un ulteriore colpo da compiere.
Solo che l’incontro con una prostituta, Sheila (Emanuela Ponzano), farà riaffiorare a qualcuno terribili ricordi di una vita
violenta che lo spingerà a chiudere il cerchio con la giustizia
Ormai il western è nuovamente delle nostre parti, lo ha confermato il“Django unchained” di Quentin Tarantino recentemente e lo fa anche questo “Se il mondo intorno crepa”, che oltre a prendere spunto dal meglio dello
spaghetti western accenna a qualche accenno anche al cinema dei Coen bros (“Il grinta” ma anche “Il grande Lebowski”, come fa notare il prologo interpretato
da Antonella Salvucci e Willy Stella).
Jacurti e Ferrera si cimentano in un’operazione che richiama le atmosfere
crepuscolari del western alla Walter Hill e si avvalgono di un nutrito gruppo di ottimi collaboratori,
in modo che “Se il mondo intorno crepa” riesca appieno nella commemorazione di
un genere che apparteneva all’Italia e che ancora adesso fa scuola.
Solo che dire che l’operazione di Jacurti e Ferrera sia solo uno spaghetti western sembra essere
riduttivo, anche perché qua alla memoria ci sono più che altro i grandi maestri americani del western anni ’70 (il citato Hill, Sam Peckinpah, Clint Eastwood stesso), senza escludere che l’opera in questione ha anche
dei richiami all’attualità e sull’emarginazione di oggi.
Mirko Lomuscio
SE IL MONDO INTORNO CREPA RECENSIONE Palermo PARLA
Fabio Massimo Tombolini
Se il mondo intorno crepa
Recensione di Antonio Pannullo
il Secolo
Torna il genere western in Italia? I segnali ci sono tutti, ma la sorpresa è che si tratta di un western all’italiana, ossia prodotto qui da noi, con registi e attori italiani. Stiamo parlando di “Se il mondo intorno crepa” (“If the world dies”), presentato recentemente a Roma nello storico cinema Nuovo Aquila, ultima fatica del regista-attore Stefano Jacurti e del suo collega – in entrambi i ruoli – Emiliano Ferrera.
Recensione INGENERECINEMA.COM
Gilda Signoretti
TRA I TANTI PISTOLERI CHE POPOLANO IL WEST, NON CI ERA MAI CAPITATO
DI IMBATTERCI IN UN POETA PISTOLERO CHE RECITA VERSI DI MORTE PRIMA DI OGNI SUA ESECUZIONE.
IL COWBOY IN QUESTIONE E' BLACK BURT, PROTAGONISTA DEL MEDIOMETRAGGIO.
DOPO INFERNO BIANCO EMILIANO FERRERA E STEFANO JACURTI TORNANO A DIRIGERE UN WESTERN, GENERE TANTO AMATO MA PURTROPPO FUORI DALLE NOSTRE LOGICHE PRODUTTIVE DA TROPPI ANNI.
SI TRATTA DEL TERZO WESTERN DIRETTO DALLA COPPIA ( E SCRITTO DA JACURTI DEL QUALE ABBIAMO PARLATO IN OCCASIONE DEL SUO ROMANZO "BASTARDI PER STIRPE"
(2012 EDITO DA I LIBRI DI EMIL)
ABBIAMO AVUTO IL PIACERE DI VEDERLO IN ANTEPRIMA AL NUOVO CINEMA AQUILA IL 9 GIUGNO. ALL' EVENTO HA PARTECIPATO GRAN PARTE DEL CAST TECNICO E ARTISTICO DEL FILM, INTERVENUTI AL TERMINE DELLA PROIEZIONE PER SVELARE LE CURIOSITA' DEL FILM E A DESCRIVERE LA LORO ESPERIENZA SUL SET.
TRA CATTIVI CI SI INTENDE E ALLORA E' MEGLIO METTERSI IN SOCIETA'.
LO SANNO BENE BLACK BURT ()STEFANO JACURTI) E IL BANDTO BUTCHER JOE
(SIMONE PIERONI) DETTO IL MACELLAIO PER LA FEROCIA CON CUI SI AVVENTA SULLE SUE VITTIME.
GLI ACCORDI SEMBRANO PORTARE FRUTTI MA BISOGNERA' FIDARSI CIECAMENTE UNO DELL'ALTRO.
INTANTO NEL WEST PISTOLERI E DONNE PROCACI RIEMPIONO LA LOCANDA E SI DIVERTONO,
COMPLICE QUALCHE BICCHIERE DI TROPPO.
TUTT'ALTRO STATO D'ANIMO MOSTRA INVECE SHEILA, (EMANUELA PONZANO)
UNA PROSTITUTA CIECA CHE TUTTI DISPREZZANO E CHE, EMARGINATA, RINCORRE INUTILMENTE IL SOGNO DI ESSERE DESIDERATA, LEI CHE ANCORA GIOVANE E BELLA MA CHE PER IL SUO HANDICAP, VIENE VISTA COME UN ESSERE INCOMPLETO.
PROPRIO LA DONNA SARA' IL PERSONAGGIO PIU' SAGGIO DI QUESTO FILM
QUELLO CHE PERCEPISCE IL DRAMMA DI UNA SOCIETA' DOVE TUTTI SONO PRONTI A VENDICARSI UNO SULL'ALTRO. ATTRAVERSO DELITTI E CRIMINI.
SHEILA CERCA L'AMORE E NON IMPORTA SE SI TRATTA DI UN RAPPORTO OCCASIONALE PERCHE' CIO' LE BASTA.
ANCHE FERRERA SI CIMENTA NEL RUOLO DI ATTORE,NEI PANNI DELLO SCERIFFO BILL CARSON, PERSONAGGIO SOLITARIO E SCHIVO, LA CUI RISERVATEZZA SI CONTRAPPONE LA VIVACITA' DEGLI ABITANTI DEL VILLAGGIO, MA CHE SI RISPECCHIA IN QUALCHE MODO NELLA SAGGEZZA CHE IN QUALCHE MODO SI PUO RITROVARE PROPRIO IN BLACK BURT.
CARSON E' SPALLEGIATO DA DUE SCERIFFI DI CONTEA, INTERPRETATI DAL REGISTA GIOVANNI BUFALINI E DA MARCO BELOCCHI.
SE IL MONDO INTORNO CREPA E' UN MEDIOMETRAGGIO CHE SI VESTE DI UN RITMO DINAMICO, DI UNA SCENEGGIATURA SEMPLICE MA SOSTANZIALMENTE EFFICACE.
E' UN OMAGGIO RIUSCITO AL GENERE WESTERN E L'OPERAZIONE PORTATA A SEGNO DA FERRERA E JACURTI CONSISTE NELLA RIPROPOSIZIONE DI VECCHI STILEMI CON RIFERIMENTO ALL'IMMIGRAZIONE E ALL'EMARGINAZIONE.
PARTICOLARE ATTENZIONE E' STATA POI POSTA ALLA CARATTERIZZAZIONE DEI PERSONAGGI, OGNUNO CON UNA PERSONALITA' BEN DISTINTA.
BUONA L'INTERPRETAZIONE GENERALE DI TUTTI GLI ATTORI,
AD APRIRE LE DANZE SONO ANTONELLA SALVUCCI E WILLY STELLA E IL FRIZZANTE GRUPPO COUNTRY WESTERN SPIRIT.
E' INNEGABILE QUANTO, NEL FILM, SIA IMPORTANTE L'APPORTO MUSICALE CHE DAVVERO CONTRIBUISCE A DARE COMPLETEZZA AL TUTTO
IL MERITO VA AL MUSICISTA E AUTORE DI MUSICHE KLAUS VERI.
SAREBBE IMPERDONABILE POI, NON SOTTOLINEARE LA BELLEZZA DEI PAESAGGI ABBRUZZESI DOVE E' STATO GIRATO IL FILM, E L'INTENSO BRANO, NOSTALGICO E AVVENISTICO, CHE CHIUDE IL FILM CANTATO DA FABRIZIO SARTINI, QUI NEL RUOLO DI BOBBY WEST. OTTIMO LAVORO AL SOUND DI RICCARDO GAGGIOLI.
GILDA SIGNORETTI
RECENSIONE SU LOUDVISION
Dopo una gestazione neanche lunghissima, dopo nottate di cornetti e caffè mentre Roma dormiva, finalmente tutti i nodi vengono al pettine»: cosìStefano Jacurti prende la parola al Nuovo Cinema Aquila per presentare la prima proiezione ufficiale di “Se il mondo intorno crepa“, suo secondo film western girato in Abruzzo e in Almeria e firmato in co-regia con Emiliano Ferrera.
“Se il mondo intorno crepa” è un film di genere che ripropone con coraggio e un pizzico di audacia tematiche d’altri tempi che hanno sempre fatto parte della cultura italiana: un libro trovato per caso conduce lo spettatore nel vecchio West, creando l’atmosfera del grande cinema.
Black Burt è un delirante assassino, Butcher Joe uno spietato psicopatico. Due personaggi diversi, a sangue caldo il primo, tutto nervi il secondo, realizzano il sogno di unire due mondi: il mito del West del passato e il genere country. In una città di ubriachi e prostitute, tra colpi di pistola e colpi di scena, emergono con forza e a tinte forti temi quanto mai attuali: il bisogno della legalità, la lotta degli emarginati, interpretati da protagonisti sorprendenti nella loro storia personale.
La sapiente combinazione di grandi spazi e musiche straordinarie dà potenza all’eterno conflitto tra il bene ed il male, con un effetto domino su tutta la storia.
Jacurti racconta la sua amicizia con Ferrera che si diverte a soprannominare Clint Eastwood, e parla di quando, nel 1995, cominciarono a «giocare a soldatini seriamente ma semplicemente».
Nel dedicare il suo lavoro al padre, lancia infine la scommessa dellariscoperta del genere western con l’augurio che questo sia solo l’inizio: «quando si entra nel cinema indipendente bisogna mettersi l’elmetto perché è un altro territorio. Il set è una sorta di campo di battaglia cinematografico. Non nego che ci siano stati momenti di difficoltà, ma quello che è rimasto a me, come uomo e come artista, è un bellissimo ricordo dello spirito di collaborazione di tutti».
DA AKITADEBE
RECENSIONE SENTIERI SELVAGGI
SE IL MONDO INTORNO CREPA
il generale grant- stefano jacurti al teatro keiros per la prima volta in italia Ulysses Grant in scena sabato 17 febbraio 2018 ore 17
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